Biglietti da s-vis(i)ta

Biglietto Da S-vis(i)ta fronte


Prototipo di Biglietto da s-vis(i)ta (Fronte)

Scansione di cartolina ready-made e rielaborazione digitale (olio, cera e combustione su plexiglass)
10x16 cm
2021

Biglietto Da S-vis(i)ta retro


Prototipo di Biglietto da s-vis(i)ta (Retro)

Scansione di cartolina ready-made e rielaborazione digitale (olio, cera e combustione su plexiglass)
10x16 cm
2021

Descrizione

Sono interessato al fenomeno secondo cui la presentazione formale di un profilo professionale prima ancora che di un prodotto (non necessariamente artistico) ne trasmetta una conoscenza che è tuttavia talvolta soltanto parziale.
Questo limite rischia di tradursi in una separazione tra pubblico e autore, che può concretizzarsi nella forma di un piedistallo su cui il secondo viene posto rispetto al primo. Tale sospensione e barriera è così portata in alcune circostanze a confrontarsi con la necessità di essere abbattuta, al fine di conferire un'autentica connotazione relazionale e compartecipata al lavoro.
A questo fine compio un’azione portata avanti all’interno dello spazio pubblico dei Giardini dell’arena a Padova, nel corso della quale consegno ad ogni passante che interagisca con me un biglietto da visita, ma nella misura anomala di 10x16 cm (il tipico formato cartolina pertanto). L’oggetto in questione è infatti ottenuto stampando su cartoncino fotografico la stessa scansione tratta da cartolina di recupero utilizzata per i miei interventi di mail art, di cui questo fa parte.
L’esito ne è un biglietto da s-vis(i)ta, documento a metà strada tra il cartoncino di presentazione e la cartolina d’artista, che ha per scopo non tanto andare a promuovere la mia figura professionale, quanto piuttosto un mettersi a nudo tramite la condivisione di venticinque incidenti di percorso (sviste per l’appunto) in seguito divenuti essenziali nel determinare ciò che sono, come individuo oltre che come artista.
Ciascuna delle frasi costituenti una svista non ha carattere particolarmente formale o didascalico, ma assume una connotazione più essenzialmente ironica, in cui volge l’autocritica, che non nega tuttavia il permanere, tra le righe, della dimensione del gioco. Esempio può essere l’affermazione riportata di seguito:

Nel dicembre 2019, mentre stavo preparando la tesi triennale, durante un viaggio in treno tra Vicenza e Verona ho dimenticato sul sedile del vagone il mio laptop, lasciandomelo fregare e perdendo due mesi di lavoro.

Sul fronte di ciascun biglietto mantengo stampata digitalmente in basso a destra soltanto la firma costituita dall’acronimo dell’espressione con cui tento concettualmente di definire e contenere la mia ricerca, ovvero Per(e)sistenza Di Frammenti (P. D. F.), mentre registro la mia svista scrivendola manualmente al centro del frontespizio nel corso della performance. Sul retro mantengo visibile l’impaginazione originale, andando tuttavia ancora una volta a riportare la firma P. D. F. in sostituzione al marchio della casa di produzione “Ferrania”, mentre in corrispondenza al lato di destra in basso inserisco i miei contatti, tendenti comunque ad assumere una connotazione superficiale e di secondo piano rispetto alle righe destinate alla compilazione per la spedizione postale, destinazione ultima dell’opera. In vece dei saluti indirizzati ad un eventuale mittente, sulla prima metà del lato sinistro a retro espongo le seguenti dichiarazioni poetiche: Questo biglietto da visita è una sp(ed)arizione postale.

Questo biglietto da s-vis(i)ta, come andrebbe forse più correttamente definito, non ha la finalità di presentare la mia figura professionale. È piuttosto un tentativo di messa a nudo, portato avanti tramite la condivisione di alcuni incidenti di percorso in seguito rivelatisi determinanti nel definire ciò che sono. Scrivo a mano la mia svista sul frontespizio, mentre lo spazio sottostante a questo testo rimane vuoto, dando ad ogni persona che vi interagisca la possibilità di fare altrettanto. Chiunque prenda parte allo scambio è invitato a spedire tramite posta la cartolina d’artista così redatta a due mani presso lo spazio in cui sarà esposta scrivendo sul lato destro della facciata l’indirizzo.

La porzione di cartoncino rimanente al di sotto di questo statement viene mantenuta libera, come una tabula rasa su cui qualsiasi individuo al quale esso venga consegnato possa scegliere se scrivervi o meno una propria svista a sua volta (a seconda che entri oppure no in empatia con il processo di demistificazione dell’operato artistico e di avvicinamento autore - pubblico che l’intervento si pone come fine). Nel primo caso egli diviene parte attiva del lavoro entrando in relazione diretta con quest’ultimo e completando quella che risulta pertanto essere una cartolina d’artista realizzata a due mani, attuando per di più quella pratica in cui l’oggetto cartolina trova espressione definitiva, ovvero la spedizione (che diviene in questo caso, non essendo più attribuibile ad un’identità unica e definita, pure sparizione).

Invito pertanto ogni partecipante all’atto performativo ad inserire negli spazi dedicati l’indirizzo del sito dove saranno esposti i biglietti, oltre che ad affiggere in alto a destra un francobollo da me fornito e stratificato tramite il dripping di cera proveniente da una candela, che si estenda andando a coprire anche i miei dati personali, e avviando la fase conclusiva del lavoro, ovvero la sped(ar)izione. Quest’ultima è difatti non delegata, ma attribuita ad ogni possibile fruitore cui, dopo aver indicato la casella postale più vicina, riservo l’ opportunità di imbucarvi il biglietto, conferendo valore definitivo e concreto al lavoro relazionale A tutte le persone a cui capiti tra le mani il biglietto da s-vis(i)ta è inoltre lasciata la libertà di non intervenire, di spedirlo senza avervi scritto nulla, piuttosto che di andare a completarlo scrivendovi la propria svista, ma di non spedirlo. È infine prevista l’eventualità in cui il biglietto ricevuto sia sostituito con un secondo in cui la svista da me riportata sia letta come più affine alla propria. Tutti i biglietti su cui il pubblico va ad intervenire vengono in seguito presentati come disposti orizzontalmente all’interno dello spazio espositivo e nella stessa modalità, a prescindere dal metodo con cui siano stati realizzati. Gli eventuali biglietti rimasti intatti sono esposti sul piano di un tavolo, come ad indicare l’intenzione di mettere nuovamente in atto il medesimo processo a partire da quell’istante, così come un quaderno lasciato aperto di modo che sia possibile scrivere le sviste che non si abbia tempo o biglietti sufficienti per pubblicare, oltre alle annotazioni di quelle che io stesso andrò a riportare sulle cartoline.